MICHAEL BURRY

IL PENSIERO DI MICHAEL BURRY - 24 Novembre 2025 - FREE

Stefano Bottaioli
· 3 min read
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Qui di seguito il primo di due articoli che vede Burry commentare il trend dell'AI e la cosiddetta BOLLA SPECULATIVA

SINTESI


“La Follia che Fa Soldi”

L’autore sostiene che la follia innovativa, tipica dell’economia USA, è la vera forza che genera i grandi cicli tecnologici: deregulation, fallimenti rapidi, protezione giuridica e una cultura che permette alle aziende di “provare tutto” senza freni. È questo che rende gli Stati Uniti il fulcro dell’innovazione globale.

Questa follia però esagera sempre: porta a boom, sovrainvestimenti, valutazioni assurde, e poi inevitabilmente al crollo — con perdita di capitale e fallimenti in massa.
Per capire se oggi siamo nella stessa dinamica, l’autore parte dal confronto con la bolla dot-com.


Cos’era davvero la bolla dot-com?

La narrazione moderna è superficiale:

“Le dot-com non facevano profitti, era ovvio che crollasse tutto.”

L’autore dice che è falso.

  • Nel 1999–2000 il NASDAQ fu trainato da grandi aziende profittevoli, i “Quattro Cavalieri”: Microsoft, Intel, Dell, Cisco.
  • Giganti come Qualcomm, Oracle, Applied Materials, Amgen, Sun Microsystems, Lam Research — tutte altamente profittevoli — esplosero in borsa con rialzi tra il +60% e il +2600%.
  • Le dot-com senza ricavi (Pets.com, Webvan…) arrivarono tardi, solo a fine ’99–2000, e non furono loro a guidare la bolla.

Il cuore del boom non erano le “web company”, ma lo sviluppo infrastrutturale della trasmissione dati: fibra ottica, router, reti, data center, telecomunicazioni.
Si costruì un’enorme capacità di rete, ma la domanda non arrivò in tempo → boom di capex, poi crash.

Il risultato fu sovrainvestimento ciclopico e una domanda che non giustificava gli investimenti.


Il pattern ricorrente: il mercato raggiunge il picco “a metà della mania”

Attraverso i dati sugli investimenti netti in conto capitale (capex al netto degli ammortamenti), l’autore mostra che:

  • I picchi di mercato avvengono a metà dei cicli di boom degli investimenti.
  • Gli investitori premiano gli investimenti enormi, moltiplicandone il valore in borsa.
  • I CEO sono incentivati a spendere sempre di più (equity compensation).

Questo meccanismo porta a:

  1. spese colossali,
  2. valutazioni euforiche,
  3. crollo improvviso (senza segnali apparenti),
  4. anni di stagnazione.

Esempio storico:

  • Il picco del NASDAQ del marzo 2000 arrivò senza alcun segnale di rallentamento operativo, anzi con ordini, domanda e shortage di componenti ai massimi storici.

Parallelo con l’AI di oggi

Secondo l’autore, la narrativa attuale — “oggi è diverso, oggi le aziende fanno profitti” — è identica a quella che si raccontava nel 1999.

Evidenze del parallelismo:

Gli hyperscaler attuali stanno esplodendo con capex record

  • Meta, Google, Amazon, Microsoft, Oracle → aumentano massicciamente gli investimenti AI.
  • Alibaba entra a sua volta nel gioco.

Le startup generative replicano il comportamento delle dot-com 2.0

  • OpenAI annuncia 1.4 trilioni di dollari di investimenti in 8 anni (!), con ricavi <2% di quella cifra.
  • Valutazione privata: 500 miliardi (pari al valore di Cisco nel 2000).

Il rischio: un enorme boom infrastrutturale AI

Proprio come la fibra ottica nel 1999–2000, oggi:

  • la domanda futura viene sovrastimata,
  • gli investimenti vengono premiati in borsa,
  • le aziende si convincono che la crescita sarà infinita.

L’autore vede un pattern quasi identico, con l’aggravante che oggi la compensazione equity è ancora più aggressiva.


Il nodo centrale dell’argomento

La storia della “bolla dot-com” come bolla di aziende senza profitti è una leggenda.
La vera bolla fu nel capex infrastrutturale, identica a quella che stiamo vivendo nell’AI.

Conclusione: la follia è necessaria, ma distruttiva

La follia produce innovazione, sì. Ma produce anche:

  • euforia,
  • sovrainvestimento,
  • maxi–valutazioni,
  • e poi crash.

Oggi non siamo ancora al punto di rottura, ma ci stiamo avvicinando.

Il seguito (“Parte 2”) analizzerà le distorsioni contabili dei giganti AI e i segni tipici delle bolle di investimento.

RICORDO IL RENDIMENTO DEL FONDO SCION DI MICHAEL BURRY DURANTE LA BOLLA DOT-COM

2001: S&P 500 −11.88%, Scion +55%

2002: S&P 500 −22.1%, Scion +16%

2003: S&P 500 +28.69%, Scion +50%

Nov 2000–Jun 2008: Scion +489% net vs S&P ~+2%.

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